Le Rca femminili potrebbero rincarare per pareggiare quelle maschiliPremessa di partenza: in Italia, a parità di età e classe di merito con un uomo, una donna che stipula una Rca spende meno rispetto al maschio. Per un motivo semplicissimo: stando alle statistiche in mano alle Assicurazioni, le esponenti del gentil sesso causano meno incidenti rispetto ai signori guidatori. E così rappresentano un costo inferiore per le Compagnie. Meno rischio, Rca più bassa. Solo che ora l’Unione Europea è intervenuta a gamba tesa: basta discriminazioni sul sesso. Tariffe unisex, uguali per maschietti e femminucce.
E fin qui, nessun problema. Il guaio sta nella tariffa. Ossia: che cosa decideranno le Compagnie che operano in Italia nel ramo Rca? Due opzioni: abbassare i premi Rca degli uomini al livello di quelli delle donne; o viceversa alzare le Rca delle signore. Secondo voi, quale strada seguiranno le Assicurazioni?
Così, a naso, sulla scorte delle più recenti “drammatiche” esperienze per chi si assicura - cioè dopo i rialzi susseguenti alla liberalizzazione del 1994 e all’indennizzo diretto e alle Leggi Bersani del 2007 - c’è poco da stare allegri: è presumibile che le Rca delle donne vengano elevate. Fra l’altro, la decisione viene presa liberamente da ogni singola Compagnia; per cui si verificherà, per l’assicurato, la solita situazione molto confusa e disordinata.
Ormai il dado è tratto. Anche se un minimo di vigilanza dovrebbe esserci. Sentite il Commissario alla Giustizia dell’Ue Viviane Reding: “Spetta ora al settore assicurativo garantire una graduale transizione verso la parità di trattamento tra donne e uomini. La Commissione vigilerà. Le Compagnie che adotteranno per prime una tariffa unisex avranno un vantaggio concorrenziale sul mercato europeo”.
Fonte
Omnimoto.it