Non bisogna incappare in facili "accuse": la crisi in Libia non è la diretta responsabile se la benzina in Italia costa ogni giorno di più, soprattutto al Sud. In Campania, per via delle addizioni locali, è persino arrivata a costare la cifra record di 1,648 euro al litro (rivenditore Erg in corso San Giovanni a Teduccio). Per pagare il meno possibile un motociclista italiano dovrebbe rifornirsi in Veneto, ma anche qui il prezzo non è proprio "basso" (1,529 euro/litro) e dopo questa impennata è facile prevedere che i listini della benzina in tutta Italia si avvicineranno sempre di più all'1,6 euro al litro.
CARBURANTI ALLE STELLE
La stessa impennata la stanno naturalmente registrando tutti gli altri carburanti derivati dal petrolio, le cui quotazioni al barile aumentano quotidianamente. Nonostante per raffinare "questo" petrolio ci vorranno molti mesi - e quindi i motociclisti ne faranno uso magari l'anno prossimo - il prezzo dei carburanti è già salito, con il gasolio al massimo in Sicilia: 1,469 euro al litro. In aumento anche il GPL che, come riportano le agenzie di stampa, oggi costa tra lo 0,789 euro/litro di Eni e lo 0,799 euro/litro di Q8. Qualche centesimo in meno si paga presso le stazioni di rifornimento no-logo, che riescono a mantenere i prezzi di poco più bassi per via dell'assenza delle grandi campagne pubblicitarie, che vengono sostenute dalle compagnie tradizionali, e della conduzione autonoma dell'impianto, che permette di ridurre i costi di gestione.
IL GOVERNO INTERVENGA
E, mentre il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, rassicura gli italiani sulle forniture di gas dalla Libia, le Associazioni dei consumatori cominciano ad alzare la voce sul caro benzina. Anche Aduc, come già Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori, ha lanciato il suo appello al governo: "Sui carburanti, da cui dipende la quasi totalità della nostra economia, il Governo, VOLENDO può intervenire per cercare di ridurre il danno - si legge in un comunicato -. Scartata - per lo meno al momento - una possibilità di intervento del nostro Governo per impedire l'aumento della materia prima alla fonte, l'intervento sarebbe possibile sull'accisa". Il prezzo finale dei carburanti, ricorda l'Aduc, è composto dal 70% di tasse e 30% di altri costi tra cui la materia prima, per cui se aumenta questo 30%, di conseguenza aumenta anche questo 70%. Il Governo potrebbe impegnarsi nel tenere bloccato questo aumento della componente fiscale. Solo questione di volontà politica", conclude la nota, "fidando che il Governo - che dovrebbe fare gli interessi di tutti i suoi governati - non si comporti in modo speculativo e profittatorio come quelle compagnie petrolifere che hanno già aumentato i prezzi alla pompa pur non avendo ancora registrato un centesimo di aumento alla produzione".
Fonte
Omnimoto.it