La Commissione Europea propone una nuova regolamentazione per i motocicli. Arrivano l'ABS obbligatorio, il protocollo Euro 4 e test d'affidabilità. Si punta alla sicurezza ma si temono costi più alti
In gergo si chiamano veicoli di classe L, light. In pratica si tratta di moto, scooter e ciclomotori; ma anche sidecar, tricicli, quad e minicar. È su questi mezzi che la Commissione Europea ha puntato la sua attenzione, ripensando l'attuale normativa d'omologazione, la 2002/24/EC.
L'annuncio è stato dato dal vice presidente Antonio Tajani, che nelle sue dichiarazioni si mostra fiducioso di riuscire a raggiungere due obiettivi di fondamentale importanza: garantire maggiore sicurezza ai motociclisti e minore inquinamento delle moto.
La Commissione prevede dunque di riuscire a salvare nell'arco di un decennio fra le 2800 e le 11300 vite di motociclisti, prevalentemente grazie all'ABS e alle luci sempre accese. Un obiettivo un po' ambizioso da raggiungere, se per farlo si pensa solo di migliorare gli impianti frenanti e di tenere obbligatoriamente le luci accese (cosa che in molti casi già si fa).
Scorrendo il testo della normativa non mancano comunque le novità interessanti. Vediamole.
• ABS obbligatorio sulle moto di cilindrata medio-alta a partire dal 2017. Per quelle di cilindrata minore obbligo di frenata combinata.
• Sistema automatico di accensione delle luci all'avviamento del motore (già presente sulle nuove moto da anni, in virtù di una scelta volontaria dei costruttori).
• Nuovi protocolli d'omologazione antinquinamento (Euro 4, 5 e 6), con entrate in vigore rispettivamente per il 2014, 2017 e 2020.
• Test di affidabilità (durability) in sede d'omologazione.
• Test sulle evaporazioni di carburante dal serbatoio e dalle tubazioni.
• Sistemi di diagnostica elettronici montati sulle moto.
• Obbligo per le case di rendere disponibili schemi e informazioni per la riparazione e la manutenzione dei veicoli a tutte le officine (non più solo alle autorizzate).
• Verrà cancellata la possibilità per gli stati membri di limitare a 100 CV (74 KW) la potenza massima delle moto in commercio. Diversi studi hanno infatti dimostrato che non c'è correlazione fra potenze elevate e incidenti.
• Gli stati membri saranno chiamati a una maggiore sorveglianza del mercato, per impedire l'ingresso in commercio di prodotti importati da altri continenti e non conformi alle nostre norme di sicurezza e antinquinamento.
Novità anche dal punto di vista normativo.
• Semplificazione: la nuova direttiva, cui si aggiungeranno altre 4 regolamentazioni, andrà a sostituire le attuali 14 normative che regolano l'omologazione dei veicoli di categoria L.
• Ci sarà un unico ciclo d'omologazione (al momento ne esistono 4).
• Verranno messi a punto nuovi criteri antimanomissione dei veicoli che diventeranno obbligatori. Saranno particolarmente stringenti per ciclomotori e minicar.
• Ampliamento della categoria L di veicoli, con definizione e specifiche norme per quad e minicar, mezzi diversi fra loro a oggi raggruppati in un'unica categoria.
La nuova direttiva è comunque ancora solo una proposta della Commissione. Ora dovrà passare l'approvazione del Parlamento e del Consiglio Europeo. C'è però già una data prevista di entrata in vigore: il 1° gennaio 2013.